Cara Epilessia: lettera ad una compagna di stanza

brown brain

Oggi parliamo di Epilessia, la mia compagna di stanza da una vita. La prenderemo sul giocoso per chiarire, una volta per tutte, quale sia quell’odioso problema che, a periodi alterni, mi porta a smettere di parlare.

Epilessia

Una parola che spaventa, che fa pensare, che fa parte di me e alla quale, oggi, ho deciso di scrivere una lettera, seppur virtuale (lei è una tipa tecnologica).

Cara Epilessia,
come stai?
Sono passati 2 giorni dal nostro ultimo incontro,
ti sei ripresa?

Sai io sono ancora sulla via della guarigione,
la testa è passata velocemente questa volta
(dopo meno di un’ora ricordavo già il mio nome!)
ma la lingua.. beh quella necessita di cure costanti, di cicatrizzanti e disinfettanti.

Nulla a che vedere con quella volta in cui mi si staccò un letteralmente un pezzo di lingua, ricordi?
In quell’occasione non hai davvero avuto pietà, era agosto e stavo per partire per le vacanze ma tu…
tu non ti sei tirata indietro, hai attaccato come mai prima d’ora.
Poco male.. mi sono dimenticata i cibi solidi per settimane, sono dimagrita e sono partita lo stesso!

Ricordi invece il nostro primo incontro? Avevo 12 o 13 anni, era quel periodo in cui ero in fissa con
quel gioco elettronico del ballo, quello con le frecce da battere con i piedi. Ero una vera campionessa, vincevo sempre quando… ti sei messa di mezzo tu. Eri forse invidiosa?

Ricordo come se fosse ieri la folle corsa in ambulanza, il volontario grosso e tatuato e il dottore che, al mio risveglio, diceva “è fuori pericolo” (per la forte botta in testa, presumo, non l’ho mai chiesto a nessuno).

Poi sei sparita, 11 lunghi anni senza di te, ero guarita a detta di chi mi circondava, un unico episodio sotto esami e poi… poi sei ritornata. Ti mancavo vero?

Nell’ultimo anno siamo diventate inseparabili, pappa e ciccia. Una dei periodi più brutti della mia vita, uno dei momenti in cui ho davvero creduto di non farcela.

Ricordi quella volta in aereo? Chissà cosa hanno pensato di me alla dogana (la mia faccia dopo un episodio è un mix tra strafatto di basso borgo e… insomma brutte cose). E quella volta nel cuore della notte? Per non parlare di quando, per colpa tua, ho smesso di salire sulle mie montagne russe preferite, di fare il bagno nell’acqua alta, di prendere il treno da sola e… sì, di vivere normalmente.

Ora però siamo qui, fianco a fianco, io sopporto te e tu sopporti me.. beh che ne dici cara Epilessia?
Hai in mente un lungo viaggio di lavoro e non ti farai vedere per un po’ o tornerai a colpire più forte di prima?[:]

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